Uno dei dubbi principali che ci si pone al momento della scelta dl corso di laurea è se il corso di laurea prescelto ci farà trovare lavoro.

Il mercato del lavoro italiano sta diventando sempre più competitivo ed è giusto valutare questo aspetto prima di iscriversi all’università, per evitare di intraprendere un percorso che può offrirci poche prospettive.

Secondo le ricerche di Almalaurea, consorzio interuniversitario che si occupa di raccogliere i dati dei laureati, sembra che sul podio ci siano le facoltà di Medicina, Ingegneria e Informatica.

Dopo la laurea triennale, infatti, il 79,5% dei laureati dell’area Ingegneria Industriale e dell’informazione continua con la laurea magistrale, dopo la quale il 72,9% ha trovato lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo. Mentre il 10,2% è impegnato in un altro corso universitario, probabilmente un Dottorato di ricerca o altri master e corsi di alta formazione.

La retribuzione media per gli ingegneri dopo la laurea magistrale è di 1.538 euro per gli uomini e di 1.472 euro per le donne. Anche i laureati in Medicina e chirurgia godono di alte retribuzioni dopo la laurea magistrale a ciclo unico, infatti la media dei laureati uomini guadagna 2.223 euro al mese, mentre le donne 2.098.

Altri laureati molto ricercati dalle aziende sono quelli dell’area Informatica e Tecnologie ICT dove il tasso di disoccupazione si pone al 3,3% e le retribuzioni sono molto interessanti soprattutto dopo la laurea magistrale: gli uomini guadagnano 1.558 euro e le donne 1.476. I laureati dell’area economica si trovano in una situazione simile, in quanto ben il 61,4% decide di continuare a studiare dopo aver conseguito la laurea magistrale. Il tasso di disoccupazione ad un anno dalla laurea magistrale si attesta al 18,5% e le retribuzioni medie sono rispettivamente di 1.406 euro per gli uomini e 1.304 euro per le donne.

Ma cosa dobbiamo aspettarci se invece dovessimo scegliere un corso di laurea di stampo umanistico? Saremo destinati alla disoccupazione? I dati in questo caso sono meno rassicuranti e ci dicono che ben il 72% dei laureati triennali in campo letterario-umanistico prosegue con la magistrale e che dopo la stessa il tasso di disoccupazione ad un anno dalla laurea si assesta al 36%. In questo caso la maggior parte dei laureati lavora nel settore pubblico, in particolare nel campo dell’insegnamento. Le retribuzioni medie ad un anno dalla laurea magistrale sono di 1.096 euro per gli uomini e di 1050 euro per le donne.

Situazione simile per i laureati in psicologia, il 73% dei quali decide di proseguire con la laurea magistrale. Ad un anno dalla fine del corso di laurea magistrale il tasso di disoccupazione è del 40% e i salari medi sono di 946 euro per gli uomini e 755 euro per le donne.

Per quanto riguarda i laureati del campo politico-sociale e della comunicazione il 52% dopo la laurea triennale decide di proseguire con la magistrale. Il tasso di disoccupazione dei laureati magistrali è del 31% e gli stipendi medi sono di 1260 euro per gli uomini e 1163 euro per le donne.

Siamo dunque costretti a scegliere un corso legato all’area ingegneristica, economica o medica per trovare lavoro? Non necessariamente, perché nella nostra analisi abbiamo considerato i dati ad un anno dal conseguimento della laurea, mentre se guardiamo ai dati dopo 3 o 5 anni vediamo che la maggioranza degli studenti trova lavoro, qualsiasi sia il proprio percorso di laurea.

Chiaramente, non è detto che il lavoro trovato sia in linea con i propri desideri, studi ed aspirazioni, ma questa è un’altra storia ?
[fonte Almalaurea]