Hai mai pensato di avere una missione nella vita? Sei uno di quelle persone che fin da bambino sapeva cosa avrebbe fatto da grande? No?

Beh, allora fai parte della maggioranza, quelli che hanno cambiato mille idee diverse a seconda del periodo, ispirati di volta in volta dagli amici, dalla famiglia o dai media.

E fin qui tutto bene, è normale quando si è piccoli voler esplorare strade diverse ed immedesimarsi in prospettive di vita sempre nuove ed entusiasmanti.

Ma se sei arrivato alla maggiore età e ancora non hai le idee chiare sul tuo futuro forse è il caso di fermarsi un attimo e rifletterci seriamente.

In fondo, se non sei tu a dedicartici, chi può farlo per te?

Non ti spaventare, un metodo giapponese ci viene in aiuto in questo percorso che può risultare complesso.

Si chiama “Ikigai” (生き甲斐) che si può tradurre come “ragione di vita”, “ragion d’essere” ed è il modo per definire una sorta di completezza vitale, tipica di chi ha raggiunto il suo scopo nella vita ed è appagato.  Ecco perché negli ultimi anni è stato sempre più spesso associato allo scopo che ognuno di noi ha nella vita, che ci permette di dare il nostro contributo al mondo e venirne ripagati essendo pienamente soddisfatti. Si tratta, in ultima analisi, del lavoro che dovremmo svolgere per essere felici.

Ma quindi, come si scopre qual è il nostro Ikigai?

Dunque, innanzitutto l’Ikigai deve essere qualcosa che ami fare, perché non potresti mai essere bravo e soddisfatto nel compiere un’attività che non ti piace per nulla.

In secondo luogo, deve essere qualcosa di cui il mondo ha bisogno: una persona potrebbe amare moltissimo stare sdraiata su un prato a guardare il cielo, peccato che questa non sia un’attività utile al mondo, quindi può essere uno svago, una distrazione, ma non può essere il suo Ikigai.

Nell’intersezione tra ciò che ami e ciò di cui il mondo ha bisogno si trova quella che può definirsi la tua missione, ma che non basta per essere Ikigai.

Infatti, quest’ultimo deve essere qualcosa che si può essere pagati per fare: fare volontariato è un’azione meravigliosa ma non venendo pagati non si può considerare Ikigai.

Infine, deve essere qualcosa in cui sei brao. Nulla nella vita ti darà più soddisfazione di un’attività in cui sei bravi e vieni riconosciuto come tale. Scientificamente, questa viene considerata una fortissima spinta per amare quello che fai e impegnarti a migliorare sempre di più.

Però ancora non basta, se fosse solo qualcosa in cui sei bravo e che ami fare si tratterebbe di semplice passione.

Invece, l’Ikigai è l’insieme e la sintesi di tutto questo:

1)    Ciò che ami fare

2)    Ciò di cui il mondo ha bisogno

3)    Ciò per cui puoi essere pagato

4)    Ciò in cui sei bravo

Semplice, no?

Tutt’altro, l’Ikigai non è una meta ma piuttosto un percorso, ecco perché non devi sentirti a disagio se pensi di non averlo ancora raggiunto. La maggior parte delle persone, anche adulte o anziane, continua a porsi le tue stesse domande.

Però tu, avendo a disposizione questo ulteriore spunto di riflessione, partirai avvantaggiato nel tuo personalissimo percorso di consapevolezza personale.

Infine, ricorda sempre che è importante riflettere e tracciare un percorso di massima da seguire, ma non ti preoccupare troppo del futuro, la vita non è una gara...goditi il viaggio!